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 Temi nella dottrina valdese

I valdesi si sono sempre impegnati per favorire la piena laicità dello stato. La chiesa valdese si è pronunciata come fortemente contraria all'esposizione del crocefisso, e più in generale di ogni simbolo religioso, in luoghi pubblici. Per quanto riguarda i "temi etici", i valdesi hanno sempre favorito il dibattito su temi quali omosessualità, aborto, testamento biologico ed eutanasia, ponendosi di fatto in contrasto con la Chiesa Cattolica, interpretando le Sacre Scritture alla luce delle nuove scoperte teologiche, linguistiche e scientifiche, e in linea con la speculazione di illustri e venerati patriarchi cattolici quali San Paolo, Sant'Agostino e Santa Caterina da Siena[senza fonte]. La Commissione Bioetica della Tavola Valdese si è espressa in maniera articolata sia sull'aborto sia sull'eutanasia, con posizioni che sostanzialmente si possono riassumere nell'affermazione della centralità della responsabilità personale in queste delicate decisioni[16]. La Chiesa Valdese è anche impegnata nella diffusione del testamento biologico, i cui registri in molte città sono gestiti dalle comunità valdesi.[17] La Chiesa evangelica valdese, durante il sinodo del 2010, si è espressa a favore della ricerca sulle cellule staminali[

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 Persecuzioni dei valdesi (da voltaire)

Nel Trattato sulla tolleranza Voltaire, passato alla storia come pensatore anticristiano per antonomasia, tanto da arrivare a sostenere che «ogni uomo sensato, ogni uomo dabbene, deve avere orrore per la setta cristiana», descrive una persecuzione di cui i valdesi furono vittime nell'aprile del 1545: « Poco tempo prima della morte di Francesco I alcuni membri del Parlamento di Provenza, sobillati da alcuni ecclesiastici contro gli abitanti di Mérindol e di Cabrières, chiesero al re dei soldati per appoggiare l'esecuzione di diciannove persone di questi paesi, da loro condannate: invece ne fecero sgozzare 6000, senza risparmiare né donne, né vecchi, né bambini; ridussero in cenere trenta villaggi. Queste popolazioni, fino allora sconosciute, avevano il torto, senza dubbio, di essere valdesi: era questa la loro unica malvagità. Da trecento anni vivevano in deserti e montagne che avevano reso fertili con un lavoro incredibile. La loro vita pastorale e tranquilla ricordava l'innocenza attribuita alle prime età del mondo. Le città vicine non erano conosciute da loro che per i prodotti che vi andavano a vendere; ignoravano i processi e la guerra. Non si difesero: furono sgozzati come degli animali in fuga, che si spingono in un recinto e si uccidono.[15] »

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