Nella Chiesa universale cristiana, qualunque battezzato ha lo stesso rango, pastori e non pastori, comunemente detti “laici”, anche se nelle chiese riformate tutti sono laici. I pastori e le pastore - che possono sposarsi - non sono i membri di una categoria sacra "a parte", ma sono coloro la cui vocazione e la cui formazione teologica permettono di animare la comunità, di aiutarne la ricerca di fede e di sostenerla con cura nelle prove della vita. La fine di qualsivoglia classe sacerdotale dopo l'opera compiuta da Gesù Cristo fa sì che il cristiano non necessiti di un clero oppure di qualcuno che si attribuisca il potere di rimettergli le colpe o di mediare la grazia inarrestabile di Dio. Per questo il Protestantesimo ha abolito il codice di Diritto canonico e, più in generale, respinge le concezioni secondo le quali le chiese possono disporre di un ordinamento giuridico loro proprio, fatta salva la necessità laica di disporre di semplici e chiari regolamenti. Ciascuno è però responsabile in modo diretto ed immediato davanti al Dio della Grazia. La testimonianza di fede e l'impegno in questo mondo in cui Dio ci ha posti, sono un dovere di tutti i protestanti membri delle loro innumerevoli chiese sparse nel mondo secondo nomi ed organizzazioni differenti. I protestanti non possono ritenersi né migliori né più sapienti di altri loro fratelli e sorelle. Tuttavia, testimoniano con franchezza e gioia la Buona Novella che libera l’essere umano dalle proprie angosce e rende pronti a servire il prossimo. In altri termini, non sono in alcun modo degli eroi, eppure ritengono che la sovranità assoluta del Dio della Bibbia debba essere affermata nella vita profana e nel concreto operare in tutti gli ambiti di questo mondo.



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