— Be', se proprio dobbiamo partire, credo che dovremmo partire insieme — disse Ruth. — Però... quelle lettere. Sono solo impulsi, energia. — Come i messaggi telefonici o videofonici o telegrafici o televisivi. È così da cent'anni. — Se solo arrivassero delle vere lettere. — La tua è una paura superstiziosa — la rimproverò lui, beffardo. — Può darsi — ammise Ruth. Però era una paura autentica, profonda, costante. Paura di un viaggio di sola andata da cui non potremo più tornare, rifletté, se non tra diciotto anni, quando quella nave raggiungerà il sistema di Fomalhaut.