Il meccanismo di questa neutralizzazione è stato ben espresso nel 1938 da Robert Brasillach, l’intellettuale fascista francese giustiziato nel 1945, che si considerava un antisemita “moderato” e aveva inventato la formula dell’antisemitismo ragionevole. “Ci concediamo di applaudire i film di Charlie Chaplin, che è mezzo ebreo; di ammirare Proust, anche lui per metà ebreo; di osannare il violinista ebreo Yehudi Menuhin; e alla radio sentiamo la voce di Hitler grazie all’invenzione di un altro ebreo, Heinrich Hertz… Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare nessun pogrom. Ma pensiamo anche che il modo migliore per evitare i comportamenti antisemiti istintivi che sono sempre imprevedibili sia incoraggiare un antisemitismo ragionevole”. Non è forse l’atteggiamento che hanno oggi i nostri governi nei confronti della “minaccia dell’immigrazione”? Dopo aver giustamente respinto il razzismo populista “irragionevole” e inaccettabile per i nostri standard democratici, avallano misure di protezione “ragionevolmente” razziste o, come ci dicono i Brasillach di oggi, alcuni dei quali sono addirittura socialdemocratici: “Ci concediamo di applaudire gli sportivi africani o dell’est europeo, i medici asiatici, i programmatori di software indiani. Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare nessun pogrom. Ma pensiamo anche che il modo migliore per evitare i comportamenti violenti contro gli immigrati che sono sempre imprevedibili sia introdurre misure di protezione ragionevoli”. Questa disintossicazione del Prossimo è un chiaro passaggio dalla barbarie pura e semplice alla barbarie dal volto umano. È un ritorno indietro dall’amore cristiano per il prossimo al paganesimo della tribù (greci, romani…) che difende i propri privilegi rispetto ai barbari. Anche se mascherata da difesa dei valori cristiani, costituisce la più grande minaccia per l’identità cristiana.