Normalmente, questo modo occorre nella frase o proposizione subordinata, in questi esempi introdotta dalla congiunzione che:
spero che tu venga presto sono contento che tu sia qui
Del resto, il congiuntivo deve il suo nome alla presenza abbastanza costante di una congiunzione. Nei due enunciati appena proposti, il congiuntivo indica rispettivamente un fatto non sicuro (venga) ed uno reale, ma visto in maniera personale, non obiettiva (tu sia qui). Nelle subordinate concessive, il congiuntivo indica la condizione irrilevante:
non ti apro, malgrado tu stia davvero suonando da minuti.
I criteri di scelta di questo modo, rispetto all'indicativo, sono molto raffinati e cambiano a seconda del contesto e delle varietà di italiano. In quanto segue, si propone una casistica essenziale dei vari usi del congiuntivo, il cui uso può essere, di volta in volta, più o meno vincolante. Gli esempi proposti si concentrano soprattutto sulla costruzione introdotta dalla principale al presente, costruita con l'uso del congiuntivo presente nella subordinata. Le analoghe costruzioni con un verbo al passato nella principale prevedono invece il congiuntivo imperfetto nella subordinata:
speravo che tu venissi presto ero contento che tu fossi con me non ti aprivo malgrado tu stessi davvero suonando da minuti.
Una forma futura del congiuntivo manca in italiano come del resto nella maggior parte delle lingue, sicché il suo posto viene preso dalle forme dell'indicativo futuro o del congiuntivo presente.